I luoghi della
Maestria Canavesana
Mani pensanti
La vita del maestro
Persistente: il vino che produci somiglia a te
La vite non è una pianta qualunque, tant’è vero che non si coltiva, la vite si alleva. Si tira su come un figlio. E forse ti stupisci se tuo figlio ti somiglia? Certo che no: lui è come sei tu. Allo stesso modo il vino che produci e che bevi somiglia a te. Se poi sei canavesano, è ancora più vero.
Il luogo del maestro
Il tempio canavesano della viticoltura eroica
Il Canavese è terra di vini e al suo interno conosce un’eterogenità di colture, paesaggi, colori, profumi che dal 1991 il Consorzio di tutela e valorizzazione Vini DOCG Caluso, Carema e Canavese DOC protegge. In questo panorama la cosiddetta “viticoltura eroica” è una particolarità di grande importanza, anche storica e paesaggistica.
La vita del maestro
Ceramisti: tutta la storia in un solo giorno
È l’alba. Sulla terra che un giorno si chiamerà Castellamonte, l’uomo inizia a modellare l’argilla (questa zona di boschi e acquitrini ne è ricca) in forma di vasi, stoviglie, amuleti. Manufatti decorati, perché c’è già una prima idea del bello.
Il luogo del maestro
Castellamonte, cuore della ceramica
Il rinomato mestiere dei ceramisti di Castellamonte è legato profondamente alla natura speciale di questo angolo di Canavese. La collina di Castellamonte, infatti, è un’ossatura di roccia compatta che dalla montagna avanza verso la pianura, circondandosi di sabbie ghiaiose grossolane ricoperte da depositi ciottolosi e argillosi.
La vita del maestro
Uno per tutti: ritratto ideale del magnin
Magnin non è una parola, è una vita. Per cominciare devi nascere nel posto giusto. Una valle, e non una qualunque. Una valle che abbia familiarità con i metalli: miniere di ferro, oro, rame, popolata da canavesani che li sanno scavare e lavorare fin dal tempo dei Salassi. Quindi, le valli Orco e Soana vanno benissimo.
Il luogo del maestro
Sparone, Alpette, Ronco ricordano i magnin
Nei luoghi canavesani della Valle Orco e della Valle Soana – caratterizzati sin dai tempi antichi dalla presenza delle miniere, delle fucine e delle botteghe per la lavorazione del rame – si trovano oggi alcune realtà ecomuseali che ci aiutano a scoprire i segreti di un mestiere affascinante e tipico.
La vita del maestro
Pietro Corzetto Vignot, il poeta inventore
Provateci voi a tornare senza un soldo al paese d’origine dopo che la vita è andata a rotoli. Vi prenderanno per matto, sigillo della classica triade genio-poeta-pazzo. E Pietro Corzetto Vignot – Peder Kurzàt Vignot, nel duro dialetto ruegliese – è stato genio e poeta per molti, pazzo per chi si ferma alle apparenze.
Il luogo del maestro
Kà ’d-Mezanis, un cuore pulsante
Kà ’d-Mezanis è un edificio storico acquistato dal Comune di Rueglio negli anni Novanta e in seguito integralmente restaurato. Di struttura fondamentalmente rurale ma caratterizzato dalla presenza di elementi di pregio, costituisce un unicum architettonico pressoché assoluto nel panorama canavesano.
La vita del maestro
Un grande capitano d’industria
Camillo Olivetti nasce a Ivrea il 13 agosto 1868 in un’agiata famiglia di origini ebraiche. Frequenta il Politecnico di Torino, dove segue i corsi di Galileo Ferraris e con lui si laurea in Ingegneria elettrotecnica nel 1891.
Il luogo del maestro
Fabbrica di Mattoni Rossi
Camillo Olivetti cominciò a costruire la sua fabbrica nel 1896, sul terreno che il padre Salvador Benedetto gli aveva lasciato in eredità. L’edificio era di modeste dimensioni, tradizionale, a pianta rettangolare e disposto su due piani: caratterizzato da strutture portanti in cemento armato e tamponamenti in mattoni rossi, era tipico delle fabbriche inglesi e americane di fine Ottocento.
Il virgolettato d'autore
«Il lavoro di fucina è manuale e intellettuale»
Tratto dal discorso di Camillo Olivetti nel primo anniversario della morte di Domenico Burzio (1932)
La vita del maestro
Una vita tutta casa e capolavoro
Natale Capellaro, ’Talino per i famigliari, nacque a Ivrea il 22 dicembre 1902. I Capellaro erano calzolai che abitavano in una casa bottega nel cuore della città vecchia, in via Arduino 30, a pochi metri dal Ghetto ebraico dove era venuto al mondo Camillo Olivetti.
Il luogo del maestro
La Fondazione Natale Capellaro e il suo Museo
La Fondazione Natale Capellaro è nata nell’autunno 2008 con l’obiettivo di promuovere la conoscenza del genio innovatore di Natale Capellaro, dei valori olivettiani e, più in generale, della cultura tecnico-scientifica.
Voci narranti
La vita del maestro
Un pittore di dimensione internazionale
Gian Martino Spanzotti non solo costituisce un’eccezionale scoperta degli inizi del secolo scorso nell’ambito della cultura piemontese tardo-umanistica, nei cui confronti opera una profonda innovazione, ma la sua attività rappresenta anche il polo di attrazione di una cultura ampia e composita, che a ragione si può definire di tipo internazionale.
Il luogo del maestro
Vita e Passione di Cristo
A Ivrea, sulla collina di Monte Navale, tra il 1455 e il 1457 furono edificati la chiesa di San Bernardino e il convento destinato all’Ordine dei frati minori osservanti, in segno di devozione alla figura di San Bernardino da Siena che si narra fosse transitato in città nel 1418.
Il virgolettato d'autore
«Per lui il sogno sono le cose di tutti i giorni»
Tratto da Giovanni Testori, G. Martino Spanzotti. Gli affreschi di Ivrea
La vita del maestro
Un artista tanto local quanto global
Il Canavese è anche terra di avvocati mancati. Tant’è che i mancati avvocati Guido Gozzano e Salvator Gotta furono “figli spirituali” del mancato avvocato Giuseppe Giacosa. Abbiamo perso tre principi del foro? Forse, ma di certo abbiamo acquistato tre grandissimi autori.
Il luogo del maestro
Tutto un mondo tra casa Giacosa e Santa Liberata
A Colleretto Giacosa, in pochi passi, è possibile incontrare storie, opere e personaggi di importanza nazionale e internazionale: il Comune ha da tempo realizzato il grazioso percorso Sui passi di Giuseppe Giacosa, fatto di sagome di amici e artisti sulle quali si leggono brani di loro corrispondenze con il poeta.
La vita del maestro
«Questa cosa vivente detta guidogozzano»
Il 16 agosto 1916, una settimana dopo che «questa cosa vivente detta guidogozzano» ha cessato di vivere a Torino, Giuseppe Ungaretti scrive in trincea I Fiumi. La poesia verrà poi pubblicata dopo la guerra nella raccolta Allegria di naufragi: titolo che sarebbe perfetto per la vita di Guido Gozzano, improntata a un’allegra, leggera ma tragica ironia.
Il luogo del maestro
Agliè, il borgo della parola
Sembra impossibile che un piccolo borgo come Agliè possa contenere tanta meraviglia, fatta di paesaggio, poesia, architettura e storia industriale. Attraversarlo è come viaggiare nel tempo: partendo dai giardini del seicentesco Castello Ducale (Patrimonio Unesco dal 1997) e risalendo il viale alberato che porta alla piazza con il suggestivo Belvedere, si raggiungono i portici e la Chiesa di Santa Marta, dal curioso campanile triangolare, che ospita una copia della SS. Sindone risalente a inizio Settecento.
La vita del maestro
Gotta: la carriera folgorante di un artigiano
«Sono soltanto Gotta, uno che ha cercato di fare bene il suo lavoro, con la convinzione dell’artigiano». Questo artigiano, che sarebbe diventato il romanziere italiano più venduto del Novecento, nasce a Montalto Dora il 18 maggio 1887, da padre magistrato e madre di famiglia signorile.
Il luogo del maestro
Un castello oggi vivo e aperto
Nato a Montalto Dora nel 1887 in una casa del centro – come opportunamente segnalato da una targa – Salvator Gotta dedicò al suo paese il romanzo Il castello di Montalto, in cui vengono raccontate storie di emigrazione, di nostalgia delle radici in un contesto locale avviato inesorabilmente all’industrializzazione e alla trasformazione culturale.
Il virgolettato d'autore
«Dolce paese! Ma perché? Ma perchè?»
Tratto da Salvator Gotta, Il castello di Montalto
La vita del maestro
Maestra poetessa sindaca
Prendete una qualsiasi poesia di Giulia Avetta e lì dentro, con parole e immagini così eloquenti da togliervi il fiato, c’è già tutto: tutta la sua vita, il suo mondo, il suo pensiero politico, quella sua eticità indiscutibile fino a farsi religione e la consapevolezza senza fronzoli che la vita, un bel giorno, muore.
Il luogo del maestro
Cossano e i suoi «dintorni belli e dilettevoli»
«Non devi aspettarti di veder palagi in Cossano né rarità, essendo un comunello rurale, quantunque, a quanto si dice, i dintorni siano belli e dilettevoli per prospettive. Esso è circondato da colli coperti di castagneti e rovereti, ove annida abbondante cacciagione, specialmente di pernici, e di beccaccie in tempi opportuni. Crescono poi in abbondanza i funghi». Così Antonino Bertolotti nella sue Passeggiate nel Canavese, nella seconda metà dell’Ottocento, faceva descrivere il paese di Cossano a un suo amico immaginario.
La vita del maestro
Biografia di un seminatore di canti
Armato soltanto di un magnetofono, Amerigo Vigliermo, classe 1935, ha girato il Canavese con i suoi compagni di viaggio per più di cinquant’anni registrando canti popolari e testimonianze orali, costruendo un patrimonio di documenti riconosciuto per la sua importanza anche fuori dall’Italia.
Il luogo del maestro
Il Centro Etnologico Canavesano
Il C.E.C. nasce nel 1975 da Amerigo Vigliermo e dal Coro Bajolese e ha sede storica a Bajo Dora in via dei Ribelli: dedicato a Costantino Nigra, unisce Comuni e Comunità montane del Canavese per acquisire e divulgare informazioni sul patrimonio culturale della gente canavesana. Oggi custodisce un archivio sontuoso in continua crescita.
Spiriti liberi
La vita del maestro
Carlo Botta, il giacobino pentito
Carlo Botta nacque a San Giorgio il 6 novembre 1766. Appartenente ad una famiglia di medici da cinque generazioni, si laureò ventenne in medicina a Torino. Insofferente del clima reazionario nel Piemonte sabaudo, cospirò con i giovani giacobini e nel 1794 conobbe l’arresto e la carcerazione per oltre un anno.
Il luogo del maestro
Il Museo Etnografico Nòssi Ràiss
Nella casa natale di Carlo Botta, nel cuore del borgo, il museo Nòssi Ràis raccoglie dal 1997 le tracce della vita quotidiana preindustriale canavesana: macchine da lavoro, utensili, mobili, oggetti di uso comune esposti secondo aree tematiche per un totale di circa duemila pezzi.
La vita del maestro
Pier Alessandro Garda, una vita avventurosa
La vita del canavesano Pier Alessandro Garda ha dell’incredibile: combattente al servizio degli ideali liberali in alcune della battaglie più famose dell’Ottocento; patriota e protagonista nei momenti decisivi della lotta per l’indipendenza italiana; instancabile viaggiatore e collezionista d’arte raffinato. Infine, nella vecchiaia operosa della sua Samone, politico e benefattore.
Il luogo del maestro
Il Museo Civico con il suo nome e la sua collezione
Situato in Piazza Ottinetti, nel cuore di Ivrea, il Museo Civico Pier Alessandro Garda è stato riaperto nel 2014 grazie alla generosa donazione di Lucia Guelpa alla sua città e ai contributi di Compagnia di San Paolo e Regione Piemonte.
La vita del maestro
«Aut e Drit»: un canavesano per l’Italia
Costantino Nigra ebbe un ruolo chiave nel Risorgimento: inviato a Parigi in missione segreta da Cavour nel 1858, fu l’abilissimo esecutore delle sue trame per portare l’impero francese di Napoleone III a fianco dell’Italia in chiave anti-austriaca.
Il luogo del maestro
Villa Castelnuovo e il Centro Studi Costantino Nigra
Raccontare la storia dei maestri canavesani è anche un modo per andare alla riscoperta di luoghi ricchi di suggestione. Uno di questi è Villa Castelnuovo, frazione di Castelnuovo Nigra: grazioso, fasciato dal «tipico verde canavesano», il borgo domina un ampio panorama, in virtù del quale – scrisse il Bertolotti – «può atteggiarsi in capitale della vallata».
Il virgolettato d'autore
«Le canzoni, come i libri, hanno i loro destini»
Tratto da Costantino Nigra, Canti popolari del Piemonte
La vita del maestro
Un uomo libero in tempi di servitù politica
Come scrive Norberto Bobbio, la sua fama «nella cittadella della filosofia» diviene ben presto «altissima». Votato a una ricerca religiosa non confessionale, si indirizza verso un idealismo critico neokantiano, con una più netta inclinazione verso il motivo metafisico della trascendenza.
Il luogo del maestro
La Fondazione Casa e Archivio Piero Martinetti
Il rapporto di Piero Martinetti con i libri fu da sempre quello di un autentico bibliofilo, portato ad acquistare i testi nelle loro prime edizioni. La casa di Spineto fu quindi un vero e proprio tempio della cultura, una biblioteca che l’amico Gioele Solari definì «la più perfetta espressione della sua personalità».
La vita del maestro
Un prezioso impasto di lotta e preghiera
Ripercorrere la vita di Adriana Zarri significa incontrare una donna che prende parola con autorevolezza in una Chiesa che alle donne non ne riconosceva (e stenta ancora a riconoscerne); che si inventa con coraggio e autonomia una vita a misura della propria vocazione interiore; che, senza dimenticare l’impegno nella storia in cui è immersa, realizza un sogno di armonia del creato di cui oggi si avverte più che mai l’urgenza.
Il luogo del maestro
Il silenzio del Molinasso e di Ca’ Sassino
Nella vita di Adriana Zarri l’esperienza di raccoglimento in «solitudine, silenzio e preghiera» ha avuto come scenario privilegiato il Canavese. Nel 1969 Luigi Bettazzi, al tempo vescovo di Ivrea, le aprì le porte del castello di Albiano, ma quando nel 1975 Adriana Zarri s’imbattè nel Molinasso, decise che quella sarebbe diventata il suo eremo e scrisse una lettera agli amici annunciando di volersi ritirare nella preghiera e nel silenzio.
@2022 Maestria Canavesana di Marco Peroni
Voci in italiano: Claudio Bovo, Claudia Scavarda
Voce in inglese: Vittoria Burton